«L’IPG si trova a un punto di svolta della sua storia»

Jean-Marc Collomb, appena ritiratosi dalla carica di direttore di Fromco, ha lasciato il Comitato dell’IPG alla fine del 2023. Prima di rappresentare gli affinatori in diverse commissioni all’interno dell’organizzazione, ha contribuito attivamente alla sua creazione quasi 30 anni fa.

28 May 2024
Intorno a Le Gruyère AOP

«Oggi più che mai è necessario che gli attori coinvolti si uniscano»

Jean-Marc Collomb, ex membro del Comitato dell’IPG

«Ho vissuto gli esordi dell’alleanza creata nella Svizzera francese per salvare il formaggio Gruyère», ricorda Jean-Marc Collomb. Negli anni ’90 con il libero mercato, la fine degli aiuti alla produzione del latte e la sospensione delle misure federali per la sua valorizzazione, si pensava che il latte si sarebbe aperto un varco attraverso canali a forte valore aggiunto. Per i sostenitori di un Gruyère d’eccellenza si trattava di combattere la minaccia dell’industrializzazione e della banalizzazione del prodotto. Per questo, dal 1994 al 1997, Jean-Marc Collomb ha lavorato al fianco di Philippe Bardet per creare l’IPG. È stato lui a sviluppare l’idea dell’organizzazione, a mobilitare i partner ‒ all’epoca 3 200 produttori di latte, 200 caseifici e 7 aziende di affinatura ‒ e a creare strumenti di gestione e promozione in Svizzera e all’estero. «Se penso alla nostra reputazione, all’AOP e all’aumento della nostra quota di mercato, posso dire che abbiamo avuto proprio una bella idea», racconta con un sorriso Jean-Marc Collomb. Le cifre non lo contraddicono: tra il 1997 e oggi, la produzione è passata da 20 000 a 32 000 tonnellate di Gruyère AOP.

Conoscersi e fare comunità

Tra gli altri sviluppi, Jean-Marc Collomb sottolinea la concorrenza che sta invadendo i mercati di esportazione e le richieste sempre più esigenti da parte dei clienti. Ma quello che gli dà più fastidio è constatare la mancanza di spirito di comunità dell’IPG. «Il mondo sta cambiando e l’Interprofession si trova a un punto di svolta della sua storia. Le crisi globali, l’inflazione e la transizione ecologica hanno un forte impatto sulla nostra filiera. Oggi più che mai è necessario che gli attori coinvolti si uniscano, al di là delle posizioni di parte», sostiene Jean-Marc Collomb. In quest’ottica, ha di recente preso parte all’attuazione di un programma di formazione interna volto ad avvicinare le 3 categorie professionali dell’IPG e a stimolare la rete dei membri. «Gli iscritti sono ancora troppo pochi, eppure è un’opportunità unica per comprendere sia l’Interprofession nel suo complesso che le singole realtà», sottolinea.

La compartecipazione è una strada che vale la pena percorrere?

Le regole dell’IPG sono troppo restrittive? Jean-Marc Collomb conosce bene le critiche di alcuni membri. Personalmente sarebbe favorevole a un sistema in cui tutti abbiano più margine di manovra nel rispetto dell’elenco degli obblighi di base. Ciò implicherebbe una filosofia diversa e un diverso tipo di governance. Ritiene tuttavia che sia indispensabile aderire a una visione e a regole comuni: «Non approvo l’atteggiamento di coloro che restano nell’IPG perché le quantità e il prezzo del latte sono garantiti e continuano però a lamentarsi del quadro regolamentare», precisa. Per arginare le discussioni sulle regole in vigore, in particolare sui prezzi, avanza una proposta: «Coinvolgere i produttori di latte nelle vendite e nella fissazione del prezzo del Gruyère AOP attraverso un sistema partecipativo renderebbe il processo più chiaro e faciliterebbe la comprensione reciproca», suggerisce.

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