La coesione interna è prerequisito per il futuro della filiera del Gruyère AOP

Romane Botteron, agricoltore del Giura neocastellano, è stato a lungo portavoce dei produttori di latte in seno ad alcune commissioni e al Comitato dell’IPG. Lasciato l’incarico alla fine del 2023, ripercorre ora 15 anni di impegno e parla di attualità oltre che delle prospettive per la filiera.

10 Jun 2024
Intorno a Le Gruyère AOP

«Il nostro settore si trova in una situazione molto instabile e complessa. L’unica risposta efficace è agire al meglio e il più rapidamente possibile con un obiettivo comune: garantire il futuro della filiera.»

Romane Botteron, produttore di latte, ex delegato e membro del Comitato dell’IPG

Romane Botteron, com’è diventato membro del Comitato dell’IPG?

Ho conseguito il diploma nel 1998, pochi anni dopo aver rilevato l’azienda di famiglia ed essermi sposato. Ero giovane, pieno di energia e avevo molti sogni. Sono entrato a far parte dell’IPG nel 2008, dopo aver lavorato per diverse aziende e commissioni del Cantone di Neuchâtel. Sono stato nominato delegato all’assemblea dei caseifici della nostra federazione lattiera in sostituzione di André Aebi, membro fondatore dell’IPG, e all’assemblea dei delegati dell’IPG per entrare nel Comitato.

Quali sogni aveva al tempo?

Il più grande dei miei sogni era ambizioso ma semplice: aumentare il prezzo del latte a CHF 1.- al litro. Attualmente è fissato a più di 94 centesimi e si avvicina addirittura a un franco per il latte a elevato tenore e di qualità superiore. Com’è logico, la mia priorità era difendere gli interessi dei produttori di latte. Ma ho capito subito che dovevo guardare più in là. Se le cose vanno bene per il Gruyère AOP, vanno bene anche per i produttori. Se il Gruyère AOP migliora, migliorano anche le vendite e aumentano il prezzo per kg del latte e la reputazione del nostro prodotto. È un circolo virtuoso che porta benefici a tutti gli attori dell’economia lattiera.

In cosa è consistito il suo impegno?

Sono stato membro del Comitato e delle commissioni qualità e pianificazione per oltre 15 anni. Mi occupavo di trasmettere le informazioni dell’IPG ai produttori della mia regione durante le varie assemblee della federazione lattiera Prolait. Si tratta di un ruolo molto importante per la comprensione reciproca, che a mio avviso non viene tenuto sufficientemente in considerazione. Ho partecipato a molte riunioni e percorso molti chilometri. Non me ne pento: ho incontrato persone straordinarie, animate dal desiderio di consolidare l’associazione. Mi sono opposto quando ho ritenuto opportuno farlo. Spesso la decisione migliore era quella che non conveniva a nessuno al 100%... Ho sempre mirato al bene collettivo.

Quali sono le questioni più importanti che ha affrontato in seno alle commissioni?

Nel 2015 abbiamo reso più severi i criteri di qualità e gli effetti sono stati immediati, tanto che oggi la qualità del latte è notevolmente migliorata. I 3 pilastri, ovvero il produttore, l’infrastruttura e il casaro, sono molto affidabili. Nonostante ciò, possono verificarsi problemi di qualità che sono difficili da individuare. L’IPG sostiene i caseifici e per quanto riguarda le quantità, da anni ci battiamo per limitare la produzione. Oltre ad aumentare i rischi per la salute, le aziende troppo grandi che non fanno neanche più pascolare gli animali si allontanano dallo spirito dell’AOP e dai valori dell’IPG.

Quali esperienze hanno segnato il suo percorso all’IPG?

Ricordo in particolare lo sciopero del latte del 2009. Il latte di centrale aveva ottenuto per 2 volte 6 centesimi di aumento. Noi produttori di Gruyère rivendicavamo un aumento di 10 centesimi per kg di latte o non se ne sarebbe fatto nulla. Gli affinatori, dal canto loro, avevano fissato il limite a 4 centesimi. Abbiamo mantenuto la nostra posizione, ma il risultato all’epoca è stato 0 centesimi. In seguito, ci sono voluti 10 anni di trattative per ottenere 4 centesimi... Grazie a questa esperienza, ho capito che la cosa più importante è comprendere il contesto e gli interessi superiori in gioco. In questo caso un consenso che permettesse all’intera filiera di andare avanti in modo compatto doveva avere la priorità rispetto alla difesa dei produttori di latte.

Cosa augura all’IPG?

Come tutti i settori, anche il nostro si trova in una situazione senza precedenti, molto instabile e complessa. L’unica risposta efficace è agire al meglio e il più rapidamente possibile con un obiettivo comune: garantire il futuro della filiera. La stabilità dei prezzi è un vantaggio unico offerto dall’IPG che deve essere preservato. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo bisogno di sostegno e convinzione, al di là delle lotte di potere. I consumatori apprezzano il nostro prodotto, i nostri valori e l’immagine che comunichiamo. I membri dell’IPG possono essere orgogliosi del loro lavoro e della filiera. L’indolenza deve subito lasciare il posto alla coesione interna e alla determinazione. Solo così l’IPG sarà in grado di prendere decisioni importanti che le consentiranno di stare al passo con i tempi e di progredire.

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